L’autogestione è stata una fase dell’uscita che ci ha
particolarmente stupite, soprattutto per la maniera in cui è stata gestita.
Appena giunte alla Ca’ Matta, ancor prima di entrare e di occuparci di dove riporre gli zaini, la nostra guida Davide ha scattato a ciascuna di noi una foto (si possono anche immaginare le nostre facce rosse e esauste) senza dirci il motivo.
Dopo la sistemazione nelle camerate e un piccolo colloquio nella sala conferenze, tutti insieme seduti attorno ad un tavolo, la guida ci ha rivelato la funzione delle imbarazzanti foto precedentemente scattate: la suddivisione dei compiti. Il “gioco” (se così possiamo definirlo) si è svolto nella seguente maniera: prima abbiamo costruito un cartellone con l’insieme dei compiti che erano da svolgere e poi, mentre venivano proiettate le foto sulla parete, una ragazza (ad occhi chiusi) diceva “STOP” e così la foto che usciva corrispondeva a un determinato compito; così poco alla volta ci siamo suddivise i lavori da svolgere nei due giorni di permanenza.
Ci siamo messe subito all’opera: c’è chi ha subito iniziato ad apparecchiare e chi a cucinare e, nonostante i compiti fossero ben suddivisi, c’era comunque qualcuna di noi che dava con piacere una mano e così è stato anche riguardo a tutte le altre cose da fare. E’ stata un’esperienza che ci ha permesso, sotto certi aspetti, di crescere e imparare a gestire lavori casalinghi, collaborando e impegnandoci.
Nessuna di noi ha disapprovato il dover lavorare e autogestire la casa durante questa uscita didattica perché abbiamo considerato l’esperienza come una sfida e di conseguenza ci siamo persino divertite.
Appena giunte alla Ca’ Matta, ancor prima di entrare e di occuparci di dove riporre gli zaini, la nostra guida Davide ha scattato a ciascuna di noi una foto (si possono anche immaginare le nostre facce rosse e esauste) senza dirci il motivo.
Dopo la sistemazione nelle camerate e un piccolo colloquio nella sala conferenze, tutti insieme seduti attorno ad un tavolo, la guida ci ha rivelato la funzione delle imbarazzanti foto precedentemente scattate: la suddivisione dei compiti. Il “gioco” (se così possiamo definirlo) si è svolto nella seguente maniera: prima abbiamo costruito un cartellone con l’insieme dei compiti che erano da svolgere e poi, mentre venivano proiettate le foto sulla parete, una ragazza (ad occhi chiusi) diceva “STOP” e così la foto che usciva corrispondeva a un determinato compito; così poco alla volta ci siamo suddivise i lavori da svolgere nei due giorni di permanenza.
Ci siamo messe subito all’opera: c’è chi ha subito iniziato ad apparecchiare e chi a cucinare e, nonostante i compiti fossero ben suddivisi, c’era comunque qualcuna di noi che dava con piacere una mano e così è stato anche riguardo a tutte le altre cose da fare. E’ stata un’esperienza che ci ha permesso, sotto certi aspetti, di crescere e imparare a gestire lavori casalinghi, collaborando e impegnandoci.
Nessuna di noi ha disapprovato il dover lavorare e autogestire la casa durante questa uscita didattica perché abbiamo considerato l’esperienza come una sfida e di conseguenza ci siamo persino divertite.
Anna Rey Mendez
Maira Medici
Shelby Carrara
Valentina Bertocchi
Francesca Birolini
Sara Bertocchi
Maira Medici
Shelby Carrara
Valentina Bertocchi
Francesca Birolini
Sara Bertocchi
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